Viaggio nei giochi di una volta

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Oggi il gioco è spesso decisamente più tecnologico. La tecnologia, infatti, predilige video giochi. Alcuni giochi, poi, sono anche a distanza: è possibile sfidare un giocatore che abita anche lontanissimo dalla nostra zona di residenza. Solo i giochi con il pallone, per lo più, restano ancora vivi ma il tempo che vi si dedica è – per motivi vari – sempre troppo poco. Eppure, c’è stato un tempo in cui per giocare bastavano gessetti e sassolini; un tempo, in cui si usciva in cortile e guardando negli occhi l’altro ci si immergeva in mille giochi, di fantasia e che facevano riscoprire il senso e il valore di stare tutti in compagnia. Basterebbe buttare un occhio al passato per riscoprirli. Vediamone alcuni. Solo alcuni, perché la fantasia all’epoca non conosceva limiti.

Sfilata di giochi

Come non ricordare, intanto, il magico cerchio del girotondo, fatto da tanti bambini che si tengono per mano. Ma alcuni ricorderanno anche ‘La bella lavanderina’, ottimo gioco che serve anche a far mirare i gesti che si cantano nella canzoncina; o ancora la ‘Madama Pollaiola’ o ‘Io son Contadinella’, anche questo gioco in cui la gestualità si abbina al canto. Tutte filastrocche che, ricordo, mi aveva insegnato mia madre quando ero piccola. Forse espressioni di un bel tempo che fu. I giochi basati sui canti sono talmente tanti che nominarli tutti risulterebbe difficile. Ricordo alla scuola dell’infanzia la tradizionale ‘Danza del serpente’. E chi non la ricorda? “Questa è la danza del serpente che viene giù dal monte per ritrovare la sua coda che ha perso un dì”. Alcune volte i bimbi più piccoli ricantano queste filastrocche intramontabili, come ‘Ero in bottega’, basata sul gioco di mani e di coordinazione. Poi ci sono i giochi all’aperto, quelli spensierati, senza tecnologie ma con tanta libertà. Forse alcuni li giocano ancora oggi. Chi non conosce, per esempio, ‘Strega comanda colore’: un bimbo interpreta la strega che comanda agli altri giocatori di toccare un oggetto del colore da lui deciso o di trovare oggetti da lui decisi. Chi on riesce nella divertente impresa viene catturato dalla strega ed eliminato. Intramontabile è il gioco di ‘Guardie e ladri’: il ladro dovrà fuggire la guardia dovrà cercare di acciuffarlo. Ancora attuale ‘Nascondino’. Un po’ meno, forse, ‘Un due tre, stella!’: appena il giocatore pronuncia la parola ‘stella’ e si volta tutti gli altri devono restare immobili. Chi viene colto in movimento, deve tornare al punto di partenza. Intramontabile anche ‘La campana’: le caselle disegnate per terra, saltarci dentro dopo aver lanciato un sassolino, saltare su un solo piede per completare il percorso numerico… Poi non bisogna dimenticare i numerosi giochi con le biglie, con i tappi o il salto della corda. Antichissimo è ‘Mosca cieca’, che ebbe una larga diffusione nell’Inghilterra vittoriana. Poi ci sono i giochi da fare in casa, a partire da quelli con le parole. Parole che iniziano con una data lettera scelta da un giocatore, parole da indovinare date le lettere iniziali e finali, nomi cose e città; oppure il gioco dei mimi o ancora il simpatico telefono senza fili: in cui si devono bisbigliare parole all’orecchio e l’ultimo dovrà ripetere ad alta voce quanto ha capito. Questa vuole essere solo un’introduzione a un appuntamento che vorrei diventasse fisso: curiosare fra i giochi di una volta, anche molto antichi, ripercorrerne la storia e, chissà, magari suggerire a qualcuno qualche spunto per giocare tutti insieme!


Sara Riboldi

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