Parabiago, intervista ad Adriana Nebuloni

Adriana Nebuloni

Parabiago - In politica da anni, l'avevamo conosciuta personalmente alla guida dell'assessorato ai Servizi sociali sotto la giunta guidata dall'ex sindaco Franco Borghi. A causa di una brutta e falsa vicenda in merito alla destinazione d'uso di un terreno di famiglia - vicenda poi ampiamente smentita - ha lasciato la giunta guidata dall'attuale primo cittadino, Raffaele Cucchi, nel maggio 2019, abbandonando le deleghe e la carica di vice sindaco. Lei è Adriana Nebuloni. A distanza di quasi un anno dalle sue dimissioni, l'abbiamo intervistata.

A meno di un anno dalle dimissioni, come è cambiata la sua vita?

Un anno dalle dimissioni! Dimissioni sofferte e ingiuste, provocate dal fango che mi è stato buttato addosso da un vero complotto ordito per 'farmi fuori' dalla mia stessa maggioranza e in modo particolare dal mio gruppo politico. Davo evidentemente fastidio a chi, come già dichiarato, aveva mire di potere; la mia presenza e il consenso dei cittadini oscurava altre persone. Ora, ho riassaporato la vita familiare, godendomi appieno l'affetto che non mi è mai mancato e che ho un po' messo in secondo piano, presa dal mio impegno sociale e comunitario che il mio ruolo mi 'imponeva'. Chi è impegnato a livello politico, non stacca mai la spina, neppure di notte! Per il momento quella spina l'ho staccata; solo in parte però, perché, anche senza 'poltrona', continuo il mio impegno sociale. Non ho smesso di ascoltare i cittadini che si rivolgono ancora a me per sottopormi problemi, situazioni di disagio etc, porto avanti tanti progetti di volontariato, come il Pedibus al mattino o il laboratorio di pittura con i ragazzi disabili. Del resto, dal 1989 mi dedico al volontariato, a supporto di categorie deboli. Sono tutte esperienze che regalano gioia e serenità. Inoltre, avendo mantenuto ottimi rapporti con sindaco e giunta, la collaborazione e le risposte non mancano.

Ha intenzione di ricandidarsi alle elezioni comunali?

Non nascondo che l'impegno politico mi manca: ormai avevo incentrato la mia vita in quella direzione, pur consapevole di quanta responsabilità mi facevo carico; ma da sempre ho dedicato gran parte del mio tempo a opere solidali e nella politica avevo trovato la perfetta declinazione della mia 'voglia di fare per la comunità'. Al momento, tuttavia, non penso di ricandidarmi. Quello che ho subito da parte di persone che consideravo degne di rispetto e stima, mi inducono a fare una seria riflessione. E non mi riferisco assolutamente al sindaco Cucchi e alla giunta; con loro ho lavorato in maniera armoniosa, collaborativa e senza perdere di vista il 'bene comune'.

Cosa pensa della politica attuale di Parabiago?

Mai, come in questo mandato, ho visto un Consiglio comunale di così basso livello! E chi ha seguito le vicende in questi cinque anni, non mi può certo smentire! Ripeto, non mi riferisco alla giunta e al sindaco Cucchi, che ha lavorato e lavora per il bene comune. Ritengo che in questi anni abbia sopportato tantissimo. Lo ammiro, perché un altro al suo posto avrebbe gettato la spugna. Ricordo con piacere anche il sindaco Franco Borghi, che aveva lavorato molto bene in un periodo in cui mancavano le risorse e in giunta scorrevano vere e proprie lacrime di sangue, perché ogni servizio doveva essere tagliato di circa il 15 per cento! Ricordo che io stessa utilizzavo la mia indennità per non rinunciare a progetti ai quali tenevo, come l'alloggio di emergenza. Borghi ha fatto in modo che il Comune fosse per ben due volte il più virtuoso della regione e penso che Cucchi stia portando avanti la qualità precedente con impegno e molto bene.

Secondo lei, cosa funziona e cosa manca a Parabiago?

Parabiago ha fatto passi avanti per quanto riguarda i servizi culturali, educativi, viabilistici e sulla sicurezza. Ritengo che gli impianti sportivi abbiano raggiunto livelli di eccellenza, sia per le strutture, sia per la molteplicità di attività rivolte a una fascia d'età sempre più ampia. Questo è fondamentale, perché lo sport e l'istruzione formano il futuro cittadino. Manca invece una biblioteca di nuova generazione, intesa non come mero luogo dispensatore di libri, ma come spazio di partecipazione urbana.

Se ipoteticamente diventasse sindaco, cosa farebbe per prima cosa?

Sindaco? Mai! Tuttavia, per come sono fatta, vorrei un coinvolgimento dei cittadini a tutto tondo! Innanzitutto far conoscere i bilanci di ogni capitolo di spesa, con le ingenti somme che vengono puntualmente investite in ogni ambito. Il cittadino pensa che il comune sia un bancomat sempre a disposizione ma non è così. Per esempio, per i servizi sociali viene impiegato un terzo del bilancio comunale, eppure i cittadini si lamentano della retta della casa di riposo o del costo delle tariffe di altri servizi alla persona. Invece, dovrebbero avere contezza di cosa impegna il comune in ogni singolo servizio! Una cittadinanza partecipativa e attiva.

Cosa migliorerebbe a Parabiago per quanto riguarda la vita sociale?

Per i giovani: no centri sociali, ma collaborazione con scuole, oratori e associazioni sportive per attività utili non solo allo svago, ma alla crescita personale (web radio etc...). Il mio sogno è l'ampliamento della scuola media Rancilio, per trasformare quel grande e strategico spazio in un polo scolastico all'avanguardia, fruibile anche in orari extra scolastici. (Per esempio, creando una biblioteca interattiva, attivando attività post scuola, etc). Per quanto riguarda gli anziani, punterei sul rafforzamento del sostegno all'associazione anziani, che già esiste da anni e che rappresenta una risorsa preziosa per il nostro territorio. Sento di dire un grazie ai volontari, che tuttavia avrebbero bisogno di un ricambio generazionale, sempre più difficile da trovare. Per gli anziani non attivi - che sono veramente tanti - e che non sono ospiti nella casa di riposo, penserei a un bonus non in denaro, ma in ore di assistenza gratuite, a sostegno dei familiari che si dedicano alla loro cura. Attenzione doverosa da parte di una amministrazione che impegna grosse cifre per integrare i costi dei 66 anziani ospiti nella casa di riposo e non riesce a tenere conto di chi, per ragioni diverse, è assistito in casa propria con l'ausilio di badanti o familiari, con un dispendio di energie e danaro a volte insostenibile. Per le famiglie punterei a intensificare momenti di sostegno alla genitorialità attraverso conferenze e momenti comunitari. Per le famiglie di persone disabili un'attenzione particolare! Accompagnamento psicologico in primis!

Cosa vuol dire per lei fare politica?

Fare politica per me è semplicemente perseguire il bene comune! Per fare politica occorre umiltà, sensibilità e competenza, che si acquisisce e non si improvvisa! Sono entrata in politica per caso ma consapevole delle responsabilità di chi si occupa della 'res publica'. Mi sono armata di buona volontà e umiltà per rodarmi come consigliere comunale. Ricordo che nonostante nel secondo mandato Garavaglia avessi ottenuto, dopo il compianto dottor Borghi, un alto numero di preferenze, non ho rivendicato nulla, ma ho preferito rimanere consigliere, perché ritenevo di avere ancora tante cose da imparare. Ecco, proprio Garavaglia mi ha fatto comprendere il ruolo che una persona deve avere quando si mette a disposizione della comunità: un senso del dovere e di rispetto per tutti i cittadini che deve andare oltre anche la vita privata. Nessuno obbliga a entrare in politica, ma quando ci si candida si deve avere la consapevolezza dell'impegno che richiede e l'umiltà di saper ascoltare gli altri e di mettersi al servizio della comunità.


Sara Riboldi

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