Milano, flash mob in piazza Duomo.
Le associazioni: "No alla chiusura degli Ospedali
San Carlo e San Paolo!"

flash-mob

Milano - "No chiusura ospedali S.Carlo e S. Paolo". Recitano così gli striscioni del flash mob di questo pomeriggio, sabato 18 gennaio, in piazza Duomo a Milano, organizzato da Medicina Democratica e dal Comitato Difesa Sanità Pubblica Milano Città Metropolitana Sud Ovest per dire no alla chiusura degli ospedali San Carlo e San Paolo.

Le richieste

Le richieste sono chiare: che la popolazione sia coinvolta nelle decisioni, la massima trasparenza nella gestione delle risorse, un piano terriotriale generale adeguato ai bisogni della salute di tutti e che nessun ospedale privato sia convenzionato con il pubblico.

Petizione popolare, 7mila firme

”Il pericolo reale per un bacino di 800.000 abitanti è di restare senza una adeguata ed efficiente assistenza sanitaria ospedaliera pubblica - hanno dichiarato Fulvio Aurora di Medicina Democratica e Roberto Acerboni del Comitato Difesa Sanità Pubblica Milano Città Metropolitana-Sud Ovest - un pericolo reale, contro cui ci siamo mobilitati, fin da subito, con innumerevoli iniziative e con la raccolta, a oggi, di oltre 7.000 firme”. La petizione popolare in questione fa per l'appunto riferimento in particolare alla chiusura prevista dei due ospedali. Il testo recita: "Noi sottoscritti cittadini e cittadine con la presente petizione rileviamo il peggioramento in atto del servizio sanitario, in particolare dell’allungamento dei tempi per accedere alle prestazioni specialistiche, strumentali e di prima visita. Siamo inoltre contrari alla volontà politica della Giunta Regionale Lombarda di chiudere gli ospedali San Paolo e Carlo sostituendoli con un nuovo ospedale". E ancora: "Vogliamo che,in accordo con le rappresentanze dei lavoratori, si usino le risorse economiche disponibili prima di tutto per garantire visite e analisi nei tempi stabiliti dal Servizio Sanitario Nazionale (U entro 3 gg, B entro 10 gg, D entro 30 gg, P entro120 gg); si assuma immediatamente il personale necessario a sostituire quello che se ne è andato; si faccia immediatamente la manutenzione necessaria alle strutture esistenti utilizzando il denaro stanziato da anni (oltre 90 milioni di €); si avvii un aperto e trasparente confronto con i cittadini e le loro associazioni per costruire una assistenza sanitaria e sociale efficace, efficiente, gratuita e diffusa su tutto il territorio nazionale; si realizzi un programma di sviluppo e ammodernamento dei due ospedali pubblici S. Carlo e S. Paolo come parte di una assistenza sanitaria e sociale efficace, efficiente,gratuita e diffusa sul territorio di competenza". (Testo parziale, ndr).

Il commento

Fulvio Aurora e Roberto Acerboni proseguono: "Nulla da dire sulla esigenza di costruire nuovi presidi ospedalieri, quando ciò è necessario, quando è programmato, condiviso e stabilito in tempi accettabili, ma non è questo il caso: la costruzione del nuovo ospedale decisa dalla Regione Lombardia nella zona ovest di Milano, non solo prevede nel contempo la chiusura dei due ospedali presenti, il San Carlo, inaugurato nel 1967 e il San Paolo nel 1978, ma non coprirebbe neanche il numero di posti letto attualmente in dotazione, circa 1250. Infatti, il numero di posti letto del nuovo ospedale, circa 760 sarebbe inferiore di 1/3 rispetto alla somma dei due esistenti! E mentre i tempi per il previsto nuovo ospedale si dilatano a chissà quando, sono stati ridotti i finanziamenti per le manutenzioni del San Paolo e San Carlo, con rischio grave per la salute e la sicurezza dei pazienti!”.

La replica

Sul portale di Regione Lombardia la replica dell'assessore al Welfare, Giulio Gallera non si era fatta attendere nei giorni precedenti al flash-mob: "Sono stupito e sorpreso per questa iniziativa di carattere prettamente politico e strumentale, attraverso la quale si lanciano allarmi infondati e non suffragati da elementi reali. Gli attuali presidi ospedalieri soffrono inevitabilmente i segni del tempo e non garantiscono più gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e alberghieri idonei alla qualità dei professionisti e all'offerta complessiva sociosanitaria per i cittadini. Regione Lombardia non intende dunque sguarnire quest'area così importante di Milano ma, al contrario, dotarla di un presidio ultramoderno e di servizi qualificati". L'assessore spiega anche che nelle prossime settimane sarà presentato il progetto definitivo e che il nuovo ospedale non precluderà la disponibilità dei servizi socio sanitari della zona. Conclude infine: "Nel frattempo gli ospedali esistenti non saranno affatto depotenziati: abbiamo infatti stanziato più di 30 milioni di euro per la riqualificazione strutturale e tecnologica dei padiglioni dei due presidi. Le recenti inaugurazioni del pronto soccorso del San Paolo, di nuovi reparti, macchinari e servizi lo testimoniano in modo concreto".


Sara Riboldi

Condividi questo articolo su:

Sommario: