'Accogliere per crescere', il sì del Trentino

Intercultura

Accogliere fa bene. Sulla questione dei migranti ci sono state molte polemiche, soprattutto per le recenti vicende politiche. Tuttavia, dall’indagine ‘Accogliere per crescere’, promossa dalla Pastorale delle migrazioni della Arcidiocesi di Trento, pare proprio che molti sindaci dei comuni del Trentino ritengano l’accoglienza un’esperienza positiva per tutta la comunità.

I sindaci del Trentino dicono sì all'accoglienza diffusa

I dati sono riportati dalle principali testate nazionali e della zona, fra le quali Ansa e L’Adige. it. secondo i dati riportati, l’indagine ha coinvolto 44 sindaci dei Comuni del Trentino e 29 parrocchie. L’Ansa riporta che il 63 per cento degli amministratori e il 56 per cento dei parroci della zona ha ritenuto l’accoglienza dei migranti un’esperienza positiva dopo aver messo in atto azioni di accoglienza che prevedessero volontariato ed esperienze di contatto diretto. Del resto, le ricerche di psicologia hanno più volte dimostrato che le esperienze di contatto diretto positivo (insieme ad altre tipologie di contatto che qui per motivi di spazio non tratterò) riducono il pregiudizio.

Contatto e pregiudizio

Ma perché il contatto riduce il pregiudizio? Ancora una volta farò riferimento alla psicologia. Determinanti sono le emozioni intergruppi, cioè quelle emozioni che si provano per una persona in quanto membro di un gruppo. Intanto, spesso emerge l’ansia. L’ansia può essere dovuta a vari fattori: agli stereotipi che abbiamo interiorizzato, al desiderio di fare buona impressione sui membri dell’altro gruppo o semplicemente non sappiamo come comportarci. gli effetti dell’ansia però sono evidenti: si perdono risorse cognitive, si rinforzano gli stereotipi negativi e si tende a evitare il contatto. Giusto per fornire un dato, il 59% dei soggetti coinvolti nell’indagine, sempre secondo i dati riportati dall’Ansa, ha riscontrato la presenza dei pregiudizi. Il contatto però interviene riducendo l’ansia intergruppi e di conseguenza riducendo il pregiudizio.

Contatto ed empatia

In parallelo, il contatto aumenta l’empatia. L’empatia può essere definita come una sorta di risposta emotiva per comprendere gli altri. rogers la definiva come un ingresso in punta di piedi nello schema percettivo interiore dell’altro. giusto per fare chiarezza, l’empatia può essere di due tipologie: cognitiva - con la quale si vedono le cose dal punto di vista di un’altra persona - oppure emotiva, una risposta emotiva alle emozioni provate da un’altra persona. A sua volta, questa può essere parallela - quando si provano le stesse emozioni dell’altro - o reattiva, se la nostra emozione è una risposta a quella dell’altro. Ad esempio, essere arrabbiati se vediamo un bambino piangere. Il contatto, insomma, è un’esperienza affettiva che riduce l’ansia intergruppi e aumenta l’empatia. Per questo motivo riduce gli atteggiamenti di pregiudizio inconsapevoli. Infatti, grazie al contatto, si rinforzano le associazioni tra i membri dell’outgroup e i concetti positivi.

Accogliere per crescere

A qualcuno questa spiegazione di taglio psicologico potrà sembrare noiosa. Chi scrive però ritiene fondamentale provare almeno a sottolineare come le esperienze positive possano favorire la riduzione dei pregiudizi. tuttavia, per cambiare la società e fare in modo che ci sia maggiore uguaglianza, sarebbe opportuno parlare fra i membri di ingroup e outgroup dei problemi, in modo da favorire l’uguaglianza. L’accoglienza diffusa, insomma, potrebbe essere una risorsa dal punto di vista affettivo e sociale. Basterebbe saperla sfruttare.


Sara Riboldi

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